Les magnifiques

Le opere che compongono la serie “Les Magnifiques” a un primo sguardo potrebbero apparire come ritratti in abiti d’epoca di ottima fattura, ma sono molto altro.La minuzia con cui è reso ogni particolare non è mai fine a se stessa, ma si fa tramite per un’esplorazione profonda delle espressioni del volto, delle intenzioni e dei sentimenti dei protagonisti.
Il loro sguardi, facendosi forti dei sontuosi abiti e delle magnifiche gorgiere, dialogano con l’ambiente che li circonda e, attraverso gli oggetti che li accompagnano, raccontano la loro storia. Il foglio di carta diventa un teatro dove i personaggi sono attori con un monologo da recitare.
Allo spettatore che si trova “in ascolto” è offerta la possibilità di immaginare ciò che è accaduto prima di questo momento in cui li troviamo e tutto ciò che deve ancora accadere.



La tecnica

Il progetto è realizzato con la tecnica della penna a sfera (BIC), qui arricchita con lumeggiature eseguite a matita bianca o acquerello.

Una tecnica ancora poco diffusa che offre all’artista l’opportunità di arricchire il suo lavoro sia dal punto di vista tecnico che espressivo mettendolo di fronte a nuove opportunità espressive, ma anche ad alcune difficoltà oggettive con cui confrontarsi: l’errore non concede rettifica, ma deve essere “considerato” e quindi reso parte dell’evoluzione dell’opera.

Attraverso un paziente lavoro si ottengono le sfumature dei mezzi toni e una splendida intensità di neri. Il tratteggio infine diventa un tessuto prezioso dove stendere gli elementi del disegno.

Le opere

Come definire queste opere che compongono il ciclo “Les Magnifiques“?
L’esperienza e la tradizione porterebbero a considerarle dei disegni, e questo è un dato di fatto innegabile. Ma per il tipo di utilizzo del tratto e della materia da questo prodotto, la struttura compositiva, e il procedimento con cui ogni opera prende forma la fanno diventare, a mio parere, qualche cosa di diverso. Siamo infatti già nell’ambito del “pittorico” senza però che ci sia pittura. Sono opere “importanti”, sia per la resa visiva e l’attenzione che richiedono allo spettatore, sia per la minuzia, la dedizione e l’impegno che richiedono all’autore. Ci vogliono fino a un centinaio di ore per produrre un magnifico di formato A4…

Gorgiere: così si chiamano i collari di stoffa o pizzo che cominciano ad apparire già a metà del 500 in Italia e Spagna, e che diventano di gran moda alla corte di Elisabetta Prima d'Inghilterra in epoca Tudor, per poi diffondersi nel resto d'Europa durante tutto il 600.

Alcune citazioni

Riccardo Martinelli è un artista che reputo tra i più interessanti in questi anni italiani. Il suo realismo onirico è tanto figurativo quanto ipnotico… Invito chiunque a visionare dal vivo queste incursioni post-barocche, che fanno deflagrare l’arte del ritratto, sorprendente e spiazzante ad altezza 2017.
Giuseppe Genna (scrittore)
L’opera di Riccardo Martinelli piace – sia alla critica sia al pubblico – proprio per la sua capacità di essere antica e moderna insieme, figlia di una scuola nobile come quella toscana, alla portata di tutti ma anche sottile, spiazzante, soprattutto in tempi come i nostri.
Fabrizio Tassi (giornalista)
Nonostante la perfezione, il segno di Riccardo Martinelli non è borioso, si mette al servizio e si fa da parte, per cogliere una ad una le emozioni e rivelarne la complessità. (Greta Beneforti - Art director)
...non indulge all’accademia, ma alla più pura tradizione toscana quella del disegno, cui aderisce con piglio sicuro, scevro da incertezze, declinando la classicità in un ossimoro tra antico e moderno, dove la composizione si ricompone  spesso in morbida armonia dal gradevole impatto visivo. (Pamela Galloni - Scrittrice e insegnante)
Potremmo definire Martinelli un instancabile ricercatore, che non si accontenta dei primi positivi risultati, ma va costantemente oltre. (Sauro Romagnani - Giornalista)


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